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giovedì 28 agosto 2014

Wi-fi gratis con i lampioni.


di  A. Lalomia

I lampioni possono diventare stazioni wi-fi ?
In Danimarca sì, come conferma questo video.


E in Italia ?   

mercoledì 27 agosto 2014

Dormire di più per vivere meglio.


Sono anni che insisto sull'importanza del sonno nella vita quotidiana e sull'assoluta insensatezza di fare entrare i ragazzi a scuola prima delle nove del mattino, obbligandoli di fatto a sonnecchiare sui banchi per almeno le prime due ore di attività didattica  (a meno che non abbiano Educazione Fisica).                                                                                     Ho accolto quindi con grande favore i risultati della ricerca condotta dall' American Academy of Pediatricians, risultati che ribadiscono quanto già affermato, per esempio, dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale nel 2011 .
Sull'argomento riporto un articolo della  "Stampa"  di ieri  (corsivo mio).
Qui per il testo sul portale dell' AAP.

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E’ uno di momenti più complicati nella giornata di ogni genitore: svegliare i figli adolescenti la mattina, perché arrivino in tempo a scuola. Sbagliamo tutto o quasi, però, secondo l’American Academy of Pediatricians (AAP), perché la strategia da adottare non è quella delle secchiate d’acqua, ma piuttosto quella di ritardare l’orario d’inizio delle lezioni

Il sonno è prezioso, e nella nostra società lo spazio che gli concediamo diminuisce in continuazione, per giovani e adulti. Nel caso degli adolescenti, però, privarli delle otto o nove ore necessarie di riposo significa compromettere la loro salute fisica e mentale, e di conseguenza le prestazioni scolastiche.  

L’Adolescent Sleep Working Group della AAP ha appena condotto uno studio in materia, da cui risulta che la mancanza di sonno contribuisce a problemi come l’obesità, il diabete, e anche i problemi umorali e comportamentali. Inoltre spinge all’uso di sostanze come caffé, tabacco e alcool. Dunque non si tratta solo di un problema di rendimento accademico, ma di salute. 

Il rimedio sembrerebbe ovvio: mandare i figli a letto prima. Non è così facile, però, e non solo perché vogliono restare svegli a farsi gli affari propri. Il problema, secondo l’AAP, è fisiologico: i mutamenti che avvengono nel corpo durante l’adolescenza cambiano anche i ritmi della stanchezza. I giovani in questo periodo della loro vita sono portati ad andare a letto più tardi perché il loro fisico lo richiede, e di conseguenza si svegliano più tardi la mattina. Tirarli giù a forza significa solo privarli del riposo necessario, perché tanto poi la notte successiva non andranno comunque a dormire prima, perché il loro corpo si stanca con una velocità diversa da quella dell’infanzia. 

Lo studio dell’AAP dimostra che anche mezzora di sonno in più fa la differenza, tanto nel rendimento scolastico, quanto nella salute e nell’umore. Non solo, ma i ragazzi che restano a letto più a lungo la mattina, sono poi portati anche ad andarci prima la sera. Secondo i pediatri americani, quindi, la soluzione del problema è chiara: la scuola non dovrebbe mai cominciare prima delle 8,30 del mattino, o magari anche una mezzora più tardi. Gli effetti fisici e mentali sarebbero così positivi, da superare nettamente quello che si perderebbe invece rinunciando a qualche minuto di lezione in più. 

Il problema andrebbe posto anche per gli adulti, che dormendo poco spingono il cervello ad invecchiare più in fretta, ma qui ci sono gli obblighi professionali a creare dei limiti difficili da superare. Secondo un altro studio pubblicato dal Wall Street Journal, la città dove si dorme meno è Tokyo, con 5,44 ore in media al giorno; la più pigra invece è Melbourne, con 6,58 ore. In entrambi i casi, quindi, si riposa meno delle sette ore che i medici consigliano come minimo indispensabile per gli adulti. Mosca è la città che si alza più tardi dal letto, in media alle 8,08, ma è anche quella che va a dormire più tardi, e quindi i suoi abitanti sono privati del sonno necessario come tutti gli altri.  

lunedì 25 agosto 2014

Ebola: prendiamo esempio dagli Inglesi.



di  A. Lalomia

Ho già evidenziato l'enorme differenza che esiste tra alcuni governi, da una parte, e l'Italia, dall'altra, nel modo di affrontare l'emergenza Ebola, un'emergenza che diventa ogni giorno più drammatica.
È di pochi giorni fa la notizia, proveniente ancora una volta dall'Inghilterra  -che si qualifica così come il più responsabile dei paesi europei-  di significativi stanziamenti messi a disposizione di scienziati e ricercatori che si impegneranno nella lotta contro l'epidemia. Borse di studio per circa 6,5 milioni di sterline  (quasi 8,2 milioni di €)  saranno offerte a chi riuscirà a migliorare i sistemi di diagnosi, dimostrare il modo di diffondersi della malattia e trovare i trattamenti più adeguati.
Insomma, siamo lontani anni luce da quanto avviene da noi, con un premier che sembra troppo impegnato a twittare e a partecipare a kermesse di scout e simili, piuttosto che pensare a fronteggiare quella che è stata definita la peggiore epidemia degli ultimi quarant'anni. 


















domenica 24 agosto 2014

Lo stile dei separatisti.


di  A. Lalomia

Mi sono già occupato di quanto sta accadendo in Ucraina, perché credo che in quella regione si stia ripresentando uno scenario non dissimile da quello europeo alla vigilia della seconda guerra mondiale.
Secondo diversi commentatori di politica estera l'uomo forte del Cremlino, dopo essersi preso la Crimea, vuole completare l'opera annettendosi quantomeno le regioni orientali dell'Ucraina, dove da mesi i cosiddetti separatisti, aiutati in modo massiccio dai russi, combattono furiosamente contro il legittimo governo ucraino.
Quale che sia la verità, è certo comunque che ciò che hanno fatto i separatisti il 24 agosto 2014 a Donetsk, nelle stesse ore in cui a Kiev erano in corso le celebrazioni per ricordare l'anniversario della liberazione dal giogo sovietico, rientra a pieno titolo in quel tipo di comportamento da sciacalli che ho già avuto modo di denunciare.
I guerriglieri, armati e con la solita aria vendicativa, hanno costretto a marciare per la via centrale della città un centinaio di prigionieri ucraini, con le mani legate dietro la schiena, mentre la folla intorno li insultava, lanciava contro di loro sassi, petardi e altri oggetti con l'intenzione di ferirli e cercava di avventarsi contro di loro.
Al termine della 'sfilata'  (una sfilata in pieno stile orwelliano), le autobotti hanno gettato acqua sull'asfalto, in segno di ultimo disprezzo per quei ragazzi incatenati, colpevoli di aver fatto semplicemente ciò che qualunque esercito farebbe: impedire a bande di terroristi di scatenare una guerra civile con il fine di separarsi dal resto del paese.
Una vera e propria gogna pubblica, che condanna definitivamente questi gangster al disprezzo della comunità internazionale e li mette sullo stesso piano dei criminali dell'umanità musulmani che tagliano la gola ai prigionieri.
Qui per maggiori particolari su quanto è accaduto.
Sotto, video sulla sfilata.
In quest'altro filmato, si vede chiaramente l'armamentario che posseggono gli 'insorti', un armamentario arrivato direttamente da Mosca  (che ovviamente continua a negare ogni coinvolgimento).

Gli istituti tecnici superiori antidoto alla disoccupazione.


Una buona notizia per quanti non credono più nella scuola.

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Il ragazzo di vent’anni che sta ai comandi, presto, prenderà il largo. Per ora si accontenta di trascorrere i pomeriggi nel simulatore dell’Istituto tecnico superiore di Gaeta, la scuola legata a doppio filo ai grandi armatori dell’area. Anche nel Sud della disoccupazione record ci sono corsi che riescono a creare posti di lavoro, ben retribuiti e a tempo indeterminato. Non si tratta né di licei né di università: la terza via, quella che - in tutta Italia - si sta dimostrando vincente, si chiama Its. Poco conosciuti, gli Istituti tecnici superiori sono strutture post-diploma ad alta specializzazione che puntano alla formazione e all’inserimento del mondo del lavoro di superprofessionisti: giovani di ventidue, ventitré anni, pronti a entrare in azienda.  

Inaugurati quattro anni fa, finora hanno garantito un tasso d’occupazione sorprendente, superiore al 64%, con punte che, in alcuni settori, raggiungono il 100%. Per certi aspetti rappresentano una novità: sono Fondazioni di cui fa parte almeno un istituto scolastico, un ente di formazione professionale, una realtà del mondo accademico o della ricerca e un’impresa. Scuole modellate secondo le necessità del territorio: il Malignani di Udine è specializzato in meccanica per l’aeronautica, il Fistic di Cesena in tecnologie per il marketing e la comunicazione. «Questa nuova modalità – spiega il presidente del Centro nazionale opere salesiane Mario Tonini – può essere efficiente solo se ha i mezzi e la libertà di personalizzare». Il modello è quello tedesco. Lezioni e lavoro, lunghi tirocini (retribuiti) e aziende che possono pescare tra giovani che conoscono bene, senza bisogno di stage e costosi percorsi di formazione.  

Il paradosso, tutto italiano, è rappresentato dal numero d’iscritti: poco più di cinquemila, una goccia nel mare degli studenti che ogni anno tentano la strada dell’università e, inevitabilmente, mollano. Fra i trentenni solo il 20,3% ha la laurea contro una media europea che sfiora il 35%. Il tasso di abbandono, negli atenei tradizionali, è altissimo: oltre il 15% lascia al termine del primo anno. Il fenomeno dell’«overeducation» - l’impossibilità di trovare un posto all’altezza del proprio titolo di studio - colpisce un dottore in lettere su due e un ingegnere su tre. E allora, ragiona chi si occupa di risorse umane, non sarebbe meglio scommettere subito su un percorso professionale?  

Al ministero dell’Istruzione gli Its sono considerati un gioiellino da incoraggiare. «Siamo ancora in fase di start-up, ma i risultati sono positivi», dice il sottosegretario Gabriele Toccafondi. Nei mesi drammatici in cui la disoccupazione giovanile ha sfondato il 40% rafforzare il patto tra scuola e mondo del lavoro è diventato una priorità. Di più, l’unica strada possibile. «Gli Its funzionano solo se nascono dall’esigenza della realtà, cioè se rispondono al bisogno formativo dei ragazzi e alla necessità dei datori di trovare – avvisa Toccafondi -. Occorre che le aziende siano direttamente coinvolte nei corsi, per formare figure professionali di cui hanno bisogno ma che non riescono a trovare».  

Quando si riesce a innescare il circolo virtuoso, i risultati arrivano: l’Istituto di Scandicci, con sede nel castello dell’Acciaiolo, sforna professionisti della moda per i gruppi toscani, da Gucci in giù. Da settembre, per promuovere i percorsi tecnici, l’esecutivo farà uno sforzo in più. «Per gli Its il Miur stanzia 13 milioni, cui si aggiungono i contributi delle Regioni, pari al 30% delle risorse statali – dice Toccafondi -. Per spingere il merito d’ora in poi i fondi non saranno più distribuiti a pioggia, ma verranno premiate le scuole migliori. Tramite l’agenzia Indire valuteremo quanti sono gli allievi che trovano lavoro, e se il posto è coerente con il percorso di studi». 

Giuseppe Bottero, Dopo il diploma la specializzazione, e il posto di lavoro si trova, "La Stampa", 24-08-14. 

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Sotto, una serie di video sugli istituti tecnici superiori:


 











lunedì 18 agosto 2014

Bestiario linguistico: internet illimitato.


di  A. Lalomia

Il settore delle offerte di accesso al web da parte di alcune compagnie telefoniche  (tutte ?) rappresenta una delle prove più evidenti di quanto cammino ci sia da percorrere per portare il nostro paese ai livelli europei.
Basti pensare a come troppi gestori catturino i clienti con campagne a prima vista molto interessanti, del tipo  "Puoi rimanere collegato 24 h su 24"  e  "internet illimitato".  Ora, è vero che se uno vuole, spesso può effettivamente navigare in rete tutto il giorno, ma la formula di "internet illimitato" non è nient'altro che una truffa e una mostruosità linguistica.  Nella migliore delle ipotesi, un ossimoro.
Infatti, per i gestori di telefonia mobile, "illimitato" significa, bene che vada, 10 o 12 GB al mese, consumati i quali si naviga a velocità ultra-ridotta.  Il che significa, per esempio in una città da terzo mondo come Roma, che chi è costretto a usare la chiavetta per andare in rete, può tranquillamente rinunciare, perché l'accesso è praticamente interdetto.
Né d'altra parte è possibile mettersi in contatto con le compagnie, visto che al telefono si sentono solo dischi registrati  (rispondono quasi sempre, da altri paesi, addetti che non capiscono l'italiano), con informazioni inutili e talvolta demenziali.
Superfluo aggiungere che le pagine dei siti riservate ai contatti sono quasi sempre fuori uso.

giovedì 14 agosto 2014

Film da rivedere: "Amici per la pelle".

"Amici per la pelle", un film di Franco Rossi del 1955.
Una delicata storia di amicizia tra due ragazzi di scuola media nella Roma degli Anni Cinquanta.
Magistrale l'interpretazione di Andrea Scirè Borghese (Franco), uno degli innumerevoli talenti italiani che sono stati costretti ad espatriare.
Il film ha i sottotitoli in inglese, per cui può essere usato anche per un approccio interdisciplinare.
Qui per i commenti, decisamente lusinghieri, alla pellicola  (con osservazioni dello stesso Scirè).  
Premio OCIC alla mostra del cinema di Venezia del 1955.
Un film da proporre senza alcuna esitazione nelle nostre scuole.

Telecamere a scuola: con cautela, ma si può e si deve fare.


di  A. Lalomia

Tra le tante sciocchezza che un docente è costretto ad ascoltare, vi è anche quella  -sostenuta con veemenza da certi dirigenti (ma anche da qualche tremebondo professore)- secondo cui l'installazione di un sistema di videosorveglianza nelle scuole attraverso le telecamere a circuito chiuso, violerebbe la privacy.
Chiunque possegga un minimo di giudizio capisce perfettamente che si tratta, appunto, di balordaggini, visto che ormai le telecamere rappresentano una costante nella vita quotidiana di ciascuno di noi.  E lo rappresentano anche in alcuni istituti scolastici, dove presidi consapevoli delle loro responsabilità e dotati di buon senso hanno già fatto installare un sistema di videosorveglianza, con buoni risultati nella prevenzione e nel contenimento della devianza disciplinare studentesca e di altre forme di illegalità.
Le telecamere a scuola costituiscono ormai una priorità assoluta, a fronte soprattutto della drastica riduzione del personale ausiliario, che prima riusciva quantomeno ad evitare i danni più gravi alle strutture e le aggressioni fisiche e verbali in ambito scolastico.
Continuare a nascondersi dietro un presunto rispetto della privacy dimostra due cose: o che il DS è un incapace; oppure che non gli importa nulla del controllo della disciplina e in definitiva della stessa scuola che gli è stata affidata.
Per il resto del personale il discorso è più sfumato: per esempio, si potrebbe pensare che i ritardatari di professione, gli indolenti che entrano ed escono fuori orario dalla scuola, che passeggiano nei corridoi anziché entrare in classe o in ufficio, non vedano di buon occhio un'iniziativa del genere.  Naturalmente, potrò anche sbagliarmi.
Per un approfondimento, cfr. qui, qui, qui, qui, qui, qui, quiqui, qui, qui, qui, qui  (e non vado oltre).
Per un esame dei regolamenti, v. quelli dei seguenti istituti statali: "A. Balzico"  (Cava de' Tirreni), "I. Newton"  (Camposampiero, Padova), C. N. "P. Diacono"  (Cividale del Friuli, Udine), che per inciso ha adottato la divisa scolastica, "E. Majorana" (Seriate, Bergamo),. E potrei citarne altri.
Sotto, una serie di filmati sul ruolo della videosorveglianza nel contrasto alla delinquenza e di altri fenomeni di devianza sociale.




 








mercoledì 13 agosto 2014

Hitchcock: un video con le sue apparizioni nei film che ha diretto.


Un modesto omaggio ad uno dei più grandi maestri del cinema nell'anniversario della sua nascita  (13 agosto 1899).
Un video con alcune delle sue apparizioni nei film che ha diretto.
Questi camei divennero così popolari che alla fine Hitchcock decise di comparire all'inizio di ogni film, rivolgendosi direttamente agli spettatori, per evitare che si distraessero andando a caccia tra le inquadrature.
Segue un filmato con l'intervista del 1972.
Qui, invece, pagine in italiano tratte dall'intervista concessa a F. Truffaut.



lunedì 11 agosto 2014

Chi ha paura dell'ISTAT e dei dati sull'economia italiana ?


di  A. Lalomia

In un post di qualche giorno fa sottolineavo il fatto che l'attuale esecutivo, anziché preoccuparsi dei problemi più urgenti del Paese si sta impuntando su progetti di riforme peraltro discutibili e che quasi sicuramente saranno dichiarati incostituzionali.  Accennavo anche al calo del PIL e in generale alla situazione economica molto pesante, su cui, evidentemente, dovrebbero concentrarsi gli sforzi dell'intera compagine governativa (magari con intese bipartisan).
I dati diffusi dall'ISTAT, le bacchettate di Draghi e l'impietoso giudizio odierno di Moody's sulle previsioni di crescita dell'economia italiana confermano purtroppo quanto avevo scritto.  L'Italia si trova di nuovo in una fase di recessione e a nulla valgono le battute spiritose o le iniziative elettorali di giovanotti che con garruli cinguettii vogliono far credere al Paese che si sta procedendo nel verso giusto e che il superamento della crisi è dietro l'angolo.
Tra i commenti alla forbice che si può constatare tra le promesse che continuano sistematicamente a piovere sugli Italiani e la dura realtà dei fatti, con un disagio sociale che cresce ogni giorno di più, vorrei citare almeno quelli di Giuliano Cazzola, autore di memorabili pezzi sulla realtà politica italiana (e non solo) e del sen. Mario Mauro, già componente del Gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali voluto dal Presidente della Repubblica. Grazie alle sue competenze e al suo equilibrio, Mauro è diventato leader di quei parlamentari  (e non solo)  i quali non accettano uno sconfinamento di tale portata dei poteri dell'esecutivo determinato dalla riforma del Senato e da altri progetti in cantiere. Uno sconfinamento, è bene ricordarlo, che è destinato a produrre una concentrazione di poteri inaccettabile in un sistema democratico, privando i cittadini di alcuni dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Troverà il premier il tempo per ascoltare queste ed altre autorevoli voci ?
C'è da augurarglielo, perché quel consenso, di cui tanto si vanta, lentamente sta venendo meno.  Ma sta venendo meno anche la maggioranza, visto il numero dei voti con cui è passato al Senato il progetto di riforma dello stesso.  
Cfr. anche, sull'argomento, altri articoli pubblicati sull'ottima testata  "Formiche"  e sul "Fatto quotidiano"  e in particolare questo. 








 










sabato 9 agosto 2014

Ebola, le scuole e l'esecutivo.


di  A. Lalomia

Le drammatiche notizie che giungono sull'epidemia di Ebola in corso in Africa 1 dovrebbero suggerire al governo un piano straordinario di vigilanza per assicurare, tra l'altro, che in ogni ambiente scolastico e universitario si possa lavorare in serenità.
Le scuole e le università del nostro Paese sono frequentate da decine di migliaia di studenti stranieri, non pochi dei quali di provenienza africana.  Anche se questi studenti sono assenti dai loro paesi di origine da anni, è possibile che siano stati a contatto, continuino a rimanere in contatto  -o lo saranno nel prossimo futuro-  con parenti, amici, conoscenti, che invece si sono recati da poco, o lo faranno, in quelle regioni, per cui un programma di controlli periodici  -partendo dall'inizio delle lezioni-, risulterebbe necessario prima di tutto per assicurare a loro stessi la piena sicurezza.  
Purtroppo, il silenzio del governo su questa emergenza  (come su altre)  è assordante, diversamente da quanto avviene in altri paesi, come ad esempio il Regno Unito: qui, infatti, il premier Cameron qualche giorno fa ha convocato una riunione urgente per predisporre un piano adeguato a far fronte ad ogni evenienza.
Speriamo almeno che la solenne dichiarazione dell'OMS, che ieri ha classificato l'epidemia attualmente in atto in alcune regioni africane un'emergenza di portata  internazionale, serva a distogliere l'attenzione quasi maniacale dell'esecutivo da questioni sicuramente meno importanti, come quelle che riguardano l'assetto istituzionale del Paese  (con progetti peraltro dichiarati incompatibili con la Costituzione da alcuni dei nostri maggiori studiosi).
E speriamo anche che ogni scuola e università del nostro Paese avvii sin dall'inizio dell'a.s. corsi di informazione e prevenzione per gli studenti e per il personale.
Sotto, una serie di video su questo pericolo per l'intera umanità  

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Note

1  Qui la mappa di diffusione del virus.  Qui per conoscere i possibili rimedi contro l'epidemia.

2  Un'emergenza che non sembra preoccupare più di tanto il nostro premier, troppo impegnato forse a elaborare un nuovo modello di regime forte e a correre da un talk-show a un altro  (per fortuna ha smesso di farsi fotografare, in atteggiamenti quantomeno inusuali per un politico, per le prime pagine dei rotocalchi).  Dispiace dover sottolineare queste cose, perché l'attuale esecutivo comprende anche figure di tutto rispetto.
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giovedì 7 agosto 2014

Il mondo al contrario. Valgono più gli esseri umani o gli squali ?


di  A. Lalomia

"La Stampa" di oggi ha proposto un video particolarmente significativo sulla ferocia dello squalo bianco, che attacca furiosamente la "SharkCam", "un veicolo subacqueo autonomo, con più telecamere all’interno che punta in diverse direzioni, quindi in grado di seguire i movimenti dei grandi predatori da prospettive multiple. "
Le immagini sono decisamente forti e dovrebbero far capire quanto siano pericolosi questi predatori. Mi hanno riportato alla mente una notizia dello scorso anno, che avevo appreso sempre dalla "Stampa".  In breve: agli inizi del 2013, un tribunale sudafricano ha condannato un pescatore locale, reo di aver catturato e ucciso nel 2011 uno squalo bianco, ad un anno di reclusione con la condizionale e a una multa di diecimila dollari.
Qui un approfondimento della notizia, che lascia quantomeno sconcertati, quando si pensi appunto alla pericolosità di questo squalo, il più killer, secondo alcuni, della famiglia dei pescecani  (che peraltro presenta anche qualche rara specie relativamente pacifica).  
Ma ancora più sconvolgente è apprendere la reazione di alcuni ambienti alla sentenza.  Infatti, secondo quanto riportato dalla "Stampa", "La decisione dei giudici è stata accolta con grande soddisfazione dalle autorità e dagli ambientalisti.  «E’ la prima volta che viene pronunciata una sentenza da un tribunale sudafricano per un caso che riguarda il grande squalo bianco» ha sottolineato in un comunicato il ministero dell’Agricoltura e della Pesca, commentando la sentenza di venerdì contro il pescatore, di nome Leon Bekker.".
Di seguito, video sulle prodezze dello squalo bianco, tanto per capire quanto sia innocuo. Tanto innocuo che in alcune aree del pianeta  (dove forse conservano ancora un minimo di buonsenso) su questi spietati assassini viene posta una taglia di almeno mille dollari (diecimila, se l'esemplare viene catturato vivo, da usare poi per scopi turistici).  E questo per un motivo molto semplice: il numero di persone che vengono attaccate da queste iene feroci aumenta ogni anno, con effetti devastanti.  Altro che considerarli una specie protetta.