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sabato 9 agosto 2014

Ebola, le scuole e l'esecutivo.


di  A. Lalomia

Le drammatiche notizie che giungono sull'epidemia di Ebola in corso in Africa 1 dovrebbero suggerire al governo un piano straordinario di vigilanza per assicurare, tra l'altro, che in ogni ambiente scolastico e universitario si possa lavorare in serenità.
Le scuole e le università del nostro Paese sono frequentate da decine di migliaia di studenti stranieri, non pochi dei quali di provenienza africana.  Anche se questi studenti sono assenti dai loro paesi di origine da anni, è possibile che siano stati a contatto, continuino a rimanere in contatto  -o lo saranno nel prossimo futuro-  con parenti, amici, conoscenti, che invece si sono recati da poco, o lo faranno, in quelle regioni, per cui un programma di controlli periodici  -partendo dall'inizio delle lezioni-, risulterebbe necessario prima di tutto per assicurare a loro stessi la piena sicurezza.  
Purtroppo, il silenzio del governo su questa emergenza  (come su altre)  è assordante, diversamente da quanto avviene in altri paesi, come ad esempio il Regno Unito: qui, infatti, il premier Cameron qualche giorno fa ha convocato una riunione urgente per predisporre un piano adeguato a far fronte ad ogni evenienza.
Speriamo almeno che la solenne dichiarazione dell'OMS, che ieri ha classificato l'epidemia attualmente in atto in alcune regioni africane un'emergenza di portata  internazionale, serva a distogliere l'attenzione quasi maniacale dell'esecutivo da questioni sicuramente meno importanti, come quelle che riguardano l'assetto istituzionale del Paese  (con progetti peraltro dichiarati incompatibili con la Costituzione da alcuni dei nostri maggiori studiosi).
E speriamo anche che ogni scuola e università del nostro Paese avvii sin dall'inizio dell'a.s. corsi di informazione e prevenzione per gli studenti e per il personale.
Sotto, una serie di video su questo pericolo per l'intera umanità  

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Note

1  Qui la mappa di diffusione del virus.  Qui per conoscere i possibili rimedi contro l'epidemia.

2  Un'emergenza che non sembra preoccupare più di tanto il nostro premier, troppo impegnato forse a elaborare un nuovo modello di regime forte e a correre da un talk-show a un altro  (per fortuna ha smesso di farsi fotografare, in atteggiamenti quantomeno inusuali per un politico, per le prime pagine dei rotocalchi).  Dispiace dover sottolineare queste cose, perché l'attuale esecutivo comprende anche figure di tutto rispetto.
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