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mercoledì 21 giugno 2017

Oggi fa troppo caldo. Non si vola.


L’Arizona è uno stato americano famoso per i suoi deserti e per le alte temperature che si registrano d’estate. In questi giorni, in particolare, fa così caldo che anche alcuni aerei non possono volare: il 20 giugno la compagnia aerea American Airlines ha dovuto cancellare quasi cinquanta voli in partenza dallo Sky Harbor International Airport, l’aeroporto internazionale di Phoenix. I servizi meteorologici avevano previsto una temperatura massima di 49 gradi centigradi: è superiore a quella a cui possono volare i Bombardier CRJ, piccoli aerei da 50 posti la cui temperatura operativa massima è di 48 gradi. I voli cancellati, che sarebbero dovuti partire tra le 15 e le 18, ora locale, erano tutti voli interni e di breve durata.
La ragione per cui esiste una temperatura oltre la quale gli aerei non possono volare ha a che vedere con la densità dell’aria, cioè con la quantità di particelle di aria in un dato spazio. Con l’aumentare della temperatura la densità dell’aria diminuisce e c’è un valore minimo di densità che permette il volo. Il fisico Rhett Allain ha spiegato su Wired (senza formule, ma con alcuni vettori) la fisica del fenomeno, partendo da come fanno gli aerei a volare.

Semplificando molto, succede grazie alla spinta dell’aria sulle ali: se è poco densa, le ali si scontrano con una bassa quantità di particelle, e si può arrivare a un punto in cui non ci sono scontri sufficienti tra le particelle per consentire all’aereo di volare. Ogni aeroplano può volare fino a una certa densità dell’aria, che come abbiamo visto è determinata dalla temperatura. Per quelli con le ali più grandi, quindi con una maggiore superficie contro la quale avvengono gli scontri con le particelle, la densità minima per poter volare è più bassa. Anche la potenza del motore è importante, dato che più potente è un aereo più può andare veloce, e così aumentare il numero di scontri con le particelle. Per ogni tipo di aereo c’è una temperatura operativa massima, superata la quale le caratteristiche del velivolo – il suo peso, la potenza del suo motore, l’ampiezza delle sue ali – non gli consentono di volare.
Per gli aerei più grossi, che hanno motori più potenti e ali più grandi, la temperatura operativa massima è più alta: 52 gradi centigradi per i Boeing e 53 per gli Airbus, per esempio. È raro, quindi, che uno di questi aerei incontri difficoltà ad atterrare o decollare, ma in alcuni paesi molto caldi, ad esempio nel Sud America e nel Medio Oriente, anche i decolli degli aerei più grossi e quindi pesanti sono programmati per le ore serali, quando fa meno caldo.
Il climatologo dell’Arizona State University David Hondula ha fatto notare come con l’aumento delle temperature dovute al riscaldamento globale il problema degli aerei che non riescono a volare potrebbe presentarsi più spesso e si è domandato se sarà il clima a cambiare più velocemente o le tecnologie usate dai costruttori di aerei.
Le temperature che sono state raggiunte ieri in Arizona (alla fine la massima registrata è stata 48 gradi centigradi e non 49) non sono un massimo storico di Phoenix: quello fu toccato il 26 giugno 1990, quando si registrarono 50 gradi. È stata la quarta volta da quando si registrano le temperature a Phoenix, cioè dal 1896, che sono stati toccati o superati i 49 gradi. Anche in altri posti degli Stati Uniti ha fatto molto più caldo: a Yuma, un’altra città dell’Arizona, sono stati raggiunti i 50 gradi, nel parco naturale della Death Valley, in California, quasi i 52.